
Nel frattempo avevo ideato altri due progetti, presentati in un paio di occasioni, che hanno rappresentato una possibile evoluzione dell’idea: Cultural Organic Interaction, uno spazio performativo adatto ad essere continuamente rimodulato, in cui la cultura diventava strumento di mediazione e di ricerca di equilibrio sia nel rapporto tra le persone sia nei confronti dell’ambiente; poi Eco.Money, che spostava il luogo di interazione dallo spazio fisico al web, e invitava l’arte e la cultura a contribuitre in modo sperimentale alla riflessione su temi etici.
Ho concepito NamVisualArt come opera/progetto nel corso dell’inverno 2012-2013, l’ho presentato e divulgato sul web e sul territorio coinvolgendo locali, spazi pubblici e artisti. A partire da marzo 2104, è presente a Torino in modo sistematico con Obliterazioni, con mostre e interventi singoli dal carattere aperto e inclusivo.
